sabato 1 ottobre 2016

"Ode al diavolicchio"







Ospite che a noi vieni, intelligente,
ed hai papilla tremula, sapiente,
questa che noi t’offriamo è la tepente
anco preziosa
salsedine del mare che si sposa all’aroma di terra generosa
e a quel che l’arca serba a noi prezioso pane croccante.
Nel glauco mare che già amaro in sante
Rampogne il Vate disse, nel sonante
Mare che specchia Febo italo amante
Divino ardente,
di tra i flutti prendemmo la silente figliolanza del cefalo lucente,
il turgido merlango paziente,
il gran testa,
l’orata a rombo, tutta d’or contesta,
il salifero scorfano, la mesta murena grassa dalla strana vesta
a maglie nere
degli scogli dell’Adria; dai fiorenti orti cogliemmo il timo,
i rossardenti diavoletti folli e le virenti erbette fini.
Il fuoco lento infine alle terrine porose demmo,
e il canto alle marine spiagge che vider navi anche col rostro,
nessun brodetto mai eguaglia il nostro!
(G. D’Annunzio)


Cristoforo Colombo lo avrà anche portato in Europa di ritorno dalla seconda spedizione nelle Americhe, ma, scusate se è poco, il Vate lo ha reso ingrediente indispensabile di un brodetto di pesce immortalato in un'ode!
Reperti archeologici testimoniano che il peperoncino piccante era conosciuto  già nel 5.500 A.C. dagli abitanti dell'odierno Messico. Come ogni cosa nuova, inizialmente non godeva di buona fama tanto da essere coltivato esclusivamente a scopo ornamentale. Inizialmente coltivati nei monasteri, dalla Spagna si diffusero in tutta Europa grazie anche alla capacità della pianta di adattarsi a tutti i tipi di clima e di terreno.
Il suo consumo è diffuso soprattutto nelle Regioni calde data la sua capacità di conservare gli alimenti considerato che non esistevano ancora locali frigorifero! Naturalmente ha anche molte proprietà benefiche come, ad esempio, le vitamine C, A, K2, Capsaicina (che riduce i livelli di insulina nel sangue)

Da noi in Abruzzo lo si usa in mille modi diversi, uno su tutti "l'olio Santo" e, il nome, è tutto in programma! 
Quando si prepara l'orto per le sementi "Ji diavulitti" non devono mai mancare. 
Io ci ho provato a fare la marmellata. Lo so sembra un ossimoro, però il risultato è stato sorprendente. Se volete provare anche voi avete bisogno di:
100gr di peperoncini rossi piccanti, 400gr di peperoni rossi dolci, un bicchiere di vino rosso (io ho usato il Lamata di Vigna di More), 300gr di zucchero, un paio di guanti.

  
Indossando i guanti mondare i peperoncini e i peperoni eliminando i semi e i filamenti, spezzettarli e mettere in una pentola antiaderente insieme allo zucchero,


Aggiungere il bicchiere di vino e mettere sul fuoco a fiamma moderata, portare a ebollizione, abbassare la fiamma e lasciare bollire per un'ora. Con l'aiuto di un passaverdura ridurre in purea la polpa, rimetterla sul fuoco e far bollire ancora 30 minuti. Invasare ancora calda sì da far formare il sottovuoto a vasetti.


Ottima per accompagnare formaggi molli come ricotta, stracchino, burrate, oppure stagionati come i vari tipi di pecorino di cui la nostra Regione abbonda.




Anche gli arrosti di maiale non disdegnano il suo sapore agrodolce per non parlare delle torte al cacao amaro...ma questa è un'altra storia che vi racconterò più avanti.
...e per smorzare il piccante al palato provate con un cucchiaino di yogurt bianco o panna acida, fanno miracoli.
Tenetemi aggiornata sulle vostre prove.

Nessun commento:

Posta un commento

E...state in Abruzzo knitting kal

  Anche se il clima dimostra il contrario è primavera e, accantonata la lana per un po',  la voglia di sferruzzare fili più "legger...